domenica 12 settembre 2010

6.
Nei giardini che nessuno sa

Tratto dall'album "L'imperfetto"  del 1994 di Renato Zero

Troppe attese dietro l'angolo
gioie chenon ti appartengono
questo tempo inconciliabile
giocacontro dite
Ecco come si finisce poi
inchiodati a una finestra noi
spettatori malinconici
di felicità impossibili
tanti viaggi rimandati e già
valigie vuote da un'eternità
quel dolore che non sai cos'è
solo lui non ti abbandonerà mai
Ohhh... mai
E' un rifugio quel malessere
troppa fretta in quel tuo crescere
non si fanno più miracoli
adesso non più
non dar retta a quelle bambole
non toccare quelle pillole
quella suora un bel carattere
ci sa fare con le anime
Ti darei gli occhi miei
per vedere ciò che non vedi
l'energia,l'allegria

per strapparti ancora sorrisi
dirti sì,sempre sì
e riuscire a farti volare

dove vuoi,dove sai,
senza più quel peso sul cuore
nasconderti le nuvole,
quell'inverno che ti fa male
curarti le ferite e poi
qualche dente in più per mangiare
e poi vederti ridere,
e poi vederti correre ancora
Dimentica,c'è chi dimentica
distrattamente un fiore,una domenica
E poi...
silenzi!
E poi...
silenzi!
Silenzi!
Nei giardini che nessuno sa
si respira l'inutilità
c'è rispetto,grande pulizia
e quasi follia
non sai com'è bello stringerti
ritrovarsi qui a difenderti
e vestirti e pettinarti sì
e sussurrarti "Non arrenderti!"
Nei giardini che nessuno sa
quanta vita si trascina qua
solo acciacchi,piccole anemie,
siamo niente senza fantasie
Sorreggili!Aiutali!
Ti prego,non lasciarli cadere
esili,fragili
non negargli un po' del tuo amore
stelle che ora tacciono,
ma daranno un senso a quel cielo
gli uomini non brillano,
se non sono stelle anche loro
mani che ora tremano,
perchà© il vento soffia più forte
non lasciarli,adesso no,
chà© non li sorprenda la morte
siamo noi gli inabili
che pure avendo a volte non diamo
Dimentica,c'è chi dimentica,
distrattamente un fiore solo la domenica
E poi...

silenzi!

E poi...

silenzi!

Silenzi!

Silenzi!
 
Questa canzone ci parla di un tipo d’amore diverso, l’amore per le persone più deboli. E' dedicata infatti ai diversi, agli inabili, agli anziani, agli emarginati, ai dimenticati in case di cura o cliniche, che trascinano la propria vita anziché viverla. È un testo di rara bellezza, che inizia descrivendo la situazione di una persona probabilmente colpita da una malattia grave, che pian piano si consuma, una persona "inchiodata ad una finestra" dalla quale è diventata "spettatrice" della sua vita, di una felicità divenuta ormai impossibile. Il dolore fisico è onnipresente e sicuramente non andrà mai via, eppure si legge dalle parole che c'è ancora voglia di vivere, ma purtroppo non è più possibile fare miracoli.
Il ritornello della canzone è una chiara dichiarazione d’amore: Renato Zero centra in pieno il significato dell'amore e della speranza, sogna di vedere questa persona ancora correre e ridere, e quel desiderio di farla vivere è così forte che donerebbe occhi e denti, per farla sorridere e mangiare, e addirittura "nasconderebbe le nuvole", affinché la luce del sole brilli ancora una volta su quel viso. Eppure - sottolinea l’artista - c’è gente che "dimentica", dimentica i sorrisi, dimentica le gioie, lasciando spazio soltanto ai "SILENZI"... Quei silenzi che fanno male al cuore e strappano lacrime di malinconia, per le quali c’è solo un barlume di salvezza, un unico spazio nel quale rifugiarsi: "i giardini che nessuno sa". A me piace pensare che questi giardini siano una specie di "paradiso dei sognatori", dove l’artista può ritrovarsi con queste persone abbandonate ed emarginate oppure con i bambini afflitti da gravi malattie, a cui sembra anche poter essere dedicata questa canzone. Egli grida forte il bisogno che c’è di fantasticare, guai ad abbandonare le proprie fantasie, si rischia di cadere in quei silenzi e poi si dimentica…. ci si dimentica che l’amore è speranza e la speranza dà la vita!




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