venerdì 3 settembre 2010

4.
Il silenzio e la luce
Ascolta questo silenzio
di fango e di canne sottili
di acque che battono le grondaie,
ma che cosa sarà delle acque,
cosa sarà di noi.
Ascolta questo silenzio
di neve che cade dagli occhi,
lo so che hai pensato anche al pianto,
ma che cosa sarà della neve,
cosa sarà di noi.
E adesso sogna, sogna ancora
Che chi sogna non dorme quasi mai.
E adesso sogna, sogna amore
che chi sogna non muore quasi mai
perché la morte esiste
ma è solo un piccolo destino
perché poi c’è l’amore, l’amore
a volte lontano
a volte troppo vicino.
Ci sono più fuochi che stelle
in questa notte di spire di fumo
lo sai, ti ho creduta nel fuoco,
ma cosa sarà della notte , cosa sarà di noi.
E’ una luce benigna di grano
luce d’immensa povertà
polvere di chi la sa sopportare,
ma che cosa sarà della luce,
cosa sarà di noi.
E adesso sogna, sogna ancora …

Questa testo scritto da Cristiano De Andrè per ricordare la morte del padre Fabrizio, mi è entrata nel cuore per una vicenda simile. Grazie hai miei amici Rita e Mimmo, ho scoperto quanto l'armonia delle parole siano medicina per l'anima. Loro, in un giorno particolare, mi hanno inviato un video da http://www.youtube.com/watch?v=bWQBjp49RSM e ascoltando bene le parole ho capito che non possiamo rifiutare alcune realtà, che far finta che non siano accadute o distruggersi dal dolore non serve a niente. Solo a procurarsi malanni. Che il tempo è un buon guaritore e che devo ringraziare Dio, per avermi donato la persona a me cara, e non odiarlo per averlo tolto dalla mia vita.

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